mercoledì 28 novembre 2012

2 lavoratrici sul tetto del S. Raffaele

2 lavoratrici sul tetto del S. Raffaele


Questo volantino, che informa sulla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ospedale San Raffaele, vuole essere un atto di solidarietà nei loro confronti. Lo firmano donne, preoccupate anche dal fatto che l'80 per cento dei dipendenti a rischio sono donne. 
 
I FATTI

Prima di esporre brevemente i fatti, si ricorda che:
il San Raffaele riceve dalla Regione Lombardia finanziamenti che sfiorano i 400 milioni all'anno e rappresentano oltre il 90 per cento delle sue entrate; la gestione dell'ospedale da parte di Don Verzè, si è rivelata fallimentare e truffaldina.
Quindi ancora una volta molti soldi pubblici per interessi privati, spesso tutt'altro che puliti.

 Della vicenda del San Raffaele si cerca oggi di far pagare il prezzo a lavoratrici e lavoratori. La nuova proprietà dell'ospedale, padron Rotelli il 31 ottobre ha avviato le procedure per 244 licenziamenti su 3014 dipendenti. A questo numero vanno aggiunti i contratti a tempo determinato e le dimissioni volontarie, per altri 180 posti di lavoro che si sono persi in pochi mesi.

Oltre ai licenziamenti si prepara il passaggio del contratto del personale dalla sanità pubblica a quella privata, con il conseguente peggioramento delle condizioni lavorative e retributive. Per esempio, il primo mese di congedo parentale non verrebbe più retribuito al 100 per cento.

Questo disegno, che porterebbe anche al peggioramento dell’assistenza sanitaria di qualità, incontra una resistenza straordinaria: un presidio permanente anche notturno, iniziative verso i pazienti e la cittadinanza, volantinaggi, blocchi di strade, cortei, fino alla protesta sul tetto.
Le donne hanno un ruolo da protagoniste, anche se talvolta hanno dovuto affrontare discussioni in famiglia. E non hanno solo difeso il proprio posto e le condizioni di lavoro, ma hanno reagito agli atteggiamenti maschilisti della direzione adesso oggetto di querela da parte di una lavoratrice offesa.


LA RICHIESTA

La loro vertenza non può restare isolata perché è una lotta per il lavoro, per la dignità di donne e di uomini, per una sanità di qualità per tutti/e oggi messa in discussione anche dai provvedimenti governativi.
Alle donne e a coloro che hanno a cuore le sorti del lavoro e dello Stato sociale, si chiede di rendere il più possibile note le ragioni della lotta delle/dei dipendenti del San Raffaele.
                                      

 Anita, Danila, Donatella, Emanuela, Lidia, Maria Grazia, Maria Pia, Nadia, Nicoletta, Rosa e altre                      

martedì 27 novembre 2012

NON SOLO UNA FABBRICA NON SOLO UNA STRADA.

NON SOLO UNA FABBRICA NON SOLO UNA STRADA.
JABIL EX NOKIA SIEMENS E MOVIMENTO NO TEM
L'Arci Area di Carugate, con i Comitati No Tem, i lavoratori e le rappresentanze sindacali della Jabil Ex Nokia-Siemens, ospita una due giorni molto importante per l'unitarietà delle lotte sul territorio, per creare un filo che leghi le forze in lotta nelle fabbriche in crisi alle lotte di chi vuole difendere la propria terra, contro speculazione industriale ed edilizia e i progetti di cementificazione selvaggia.
SABATO 8 DICEMBRE 2012
14,30               Presentazione della due giorni
15-17               Intervento del Comitato Ambiente e Salute di Cornegliano Laudense (Lodi). Il comitato presenterà la situazione dell'area interessata dal nuovo progetto di stoccaggio gas metano ad opera di Ital Gas Storage.
17                    Pausa
17,30/19,30     Workshop "Logistica e Deindustrializzazione"
Interverranno i lavoratori e le rappresentanze sindacali della Jabil ex Nokia-Siemens e alcuni rappresentanti dei Comitati No Tem . Conduce Ghery dell’Arci Area
20                    apertura griglieria: salamelle, patatine, panini vegetariani e vegani
22                    concerto
DOMENICA 9 DICEMBRE 2012
15,30               Spettacolo teatrale "Turlupineries" dell'associazione teatrale L'interezza non è il mio forte
17/20               Tavola rotonda "Confronto sulla distruzione del territorio, la realizzazione di infrastrutture e le realtà produttive in crisi" conduce Alessandro Braga di Radio Popolare. Interverranno:
- assessore del comune di Rivalta di Torino Gianna de Masi con deleghe a Ambiente, Energia, Rifiuti, Cultura, Intercultura, Migranti, Pace in rappresentanza del movimento No Tav
- rappresentanti del movimento No Tem
- lavoratori e rappresentanze sindacali di Jabil Ex Nokia-Siemens, Esselunga, Nokia Siemens Network Carlo Colombo, Alcatel, Ikea Piacenza,
20,30               cena anticrisi e concerto VOODOO CHILE & JAM SESSION BLUES
Durante la due giorni sarà presente il banchetto per la raccolta firme del referendum Lotto per il Diciotto, per richiedere l'abrogazione della legge Fornero che ha di fatto cancellato l'art.18 e l'art.8 dell'ultima finanziaria Berlusconi. Per info: http://www.referendumlavoro.it/

Circolo Culturale Arci Area - Via Giuseppe Garibaldi 26 - Carugate (MI) –

martedì 20 novembre 2012

RELAZIONE DELL’INCONTRO: “ PER LA COSTITUZIONE DI UNA RETE DI SOSTEGNO ATTIVA JABIL EX NOKIA SIEMENS.

Giovedì 1 Novembre 2012

RELAZIONE DELL’INCONTRO:  “ PER LA COSTITUZIONE DI UNA RETE  DI SOSTEGNO ATTIVA JABIL EX NOKIA SIEMENS.
Care/i
Martedì 30 Ottobre a Cernusco sul Naviglio presso la Sede di “Sinistra Per Cernusco” si è tenuto il primo incontro per la costruzione di una rete di sostegno attiva per la Jabil ex Nokia Siemens. Erano Presenti : Roberto Malanca (Rsu Jabil), Luigi Brambillaschi, Marcello Guerra, Luciano Muhlbauer, Michele Parodi, Diego Rodriguez, Rita Zecchini (assessore all’educazione, culture e lavoro del Comune di Cernusco sul Naviglio), Marco Levi,  Anna, Nives, Dario e Giacomo della “Brigata Solidarietà attiva Milano”.
Hanno dato il loro contributo all’incontro Stefano,Tonino e Luciano del “Forum Napoli Oltre” (allego il loro intervento).
Abbiamo ricevuto un invito a confrontarci sul tema “Lavoro-Salute-Ambiente” dal “Comitato Cittadini Operai  Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto”.
Il presidio permanente  Martesana (No Tem) ha aderito all’incontro, ma non era presente in quanto impegnato in una manifestazione territoriale, dopo l’esproprio del presidio e delle campagne limitrofe dove dovrà essere costruito un cantiere per la Tem.
Annalisa Minutillo e Ramona  Bartoloni, “resistenti” della Jabil, erano assenti per seri problemi personali.

Luigi Brambillaschi ha fatto un breve intervento introduttivo sul motivo per cui è stata costituita questa rete, partendo da un dato molto importante: l’adesione  di 120 persone che hanno lasciato la loro mail durante gli incontri  e le assemblee pubbliche nei comuni di Melzo, Inzago, Cassano, Brugherio, Vimercate e delle forze attive che hanno “messo la faccia” il 27 Luglio durante l’assalto delle forze dell’ordine alla Jabil, respingendo lo smantellamento della Fabbrica e del Presidio. L’intervento si può così sintetizzare:
 Si rivendica l’occupazione della fabbrica e la costituzione del presidio come nuove forme di lotta (che INNSE ci ha insegnato), per non cedere ai ricatti governativi e padronali che stanno smantellando le fabbriche in Italia per fare profitti, sfruttando i lavoratori all’estero (Vedi Fiat Serbia) e contro la speculazione finanziaria. E’ una situazione molto grave  lo smantellamento a livello nazionale delle fabbriche di telecomunicazioni, molte delle quali sono concentrate sul territorio della Martesana e in Brianza.
Inoltre si rivendica il sostegno e il coordinamento con altre realtà produttive in crisi.
L’obiettivo della rete di sostegno Jabil Nokia Siemens è quello di dare vita a una rete che sia espressione di una larga e unitaria adesione a quel fronte largo di resistenza civile, sociale e culturale  che contrassegna quotidianamente la vita lavorativa del nostro territorio. Si vuole rilanciare il protagonismo dei lavoratori, dell’ associazionismo  democratico, dei movimenti di lotta per il lavoro e i beni comuni, per un territorio più solidale e più vivibile, con l’obiettivo di avviare un processo largo e partecipativo che individui le priorità programmatiche per la riscossa del “lavoro”: la democrazia partecipativa dei beni comuni e dei beni pubblici, il blocco dell’espansione urbana e la riconversione ecologica del territorio, un rafforzamento degli istituti della democrazia diretta, la lotta all’emarginazione sociale.
Questi sono alcuni capisaldi di un possibile impegno comune. 

Roberto Malanca, della RSU FIOM JABIL, ha relazionato con la chiarezza di sempre tutta la vicenda e il percorso che ha portato alla chiusura della fabbrica, ha spiegato le modalità della “nuova” lotta e ci ha aggiornati sulla situazione attuale. In particolare si è soffermato sul prossimo incontro del “tavolo di lavoro” indetto per il 12 Novembre, che si terrà presso il Comune di Cassina de Pecchi, dove Comune, Ministero dello sviluppo, Regione, Provincia, Comune di Milano, Invitalia e Nokia Siemens si incontreranno per presentare un piano per la continuità produttiva della Jabil e dello storico sito industriale, oggi di proprietà di Nokia Siemens. Ha poi ricordato il riconoscimento, sancito da un protocollo ufficiale, da parte di tutte le istituzioni, Ministero dello sviluppo compreso, che l’area Nokia Siemens rimarrà industriale anche nel futuro. A tal proposito, un particolare ringraziamento va al Sindaco di Cassina de Pecchi per essere il fautore, con le rappresentanze sindacali, sia del “tavolo” che del protocollo dell’area industriale.
Ha illustrato anche il risultato ottenuto da Nokia Siemens Network, ossia che nessuno dei novecento dipendenti dell’azienda sarà licenziato. L’accordo, infatti, siglato il 29 Ottobre presso il Ministero del lavoro, prevede l’utilizzo dello strumento della cassa integrazione straordinaria a rotazione per 445 lavoratori; sarà invece incentivata l’uscita dei rimanenti 455 lavoratori, sulla base della mobilità volontaria, con un sostegno del reddito di 300 euro lordi per i primi due mesi di cassa integrazione, per ricoprire, in seguito, l’80% del reddito fino ad un massimo di 1600 euro mensili.
Infine ha appoggiato la rete di sostegno attiva perché la lotta continui senza tentennamenti, vigilando con le appropriate iniziative e mobilitazioni, affinché ogni decisione ed impegno presi dal tavolo delle trattative, siano seguiti dai fatti fino alla ripresa a pieno regime dello storico sito industriale.

Nel dibattito che è seguito ci sono stati interventi di condivisione e di sostegno a questa lotta, sia in termini di diffusione che politici, rifiutando le logiche liberiste delle ultime riforme del lavoro e la cancellazione dei diritti dei lavoratori. Si è precisato che la rete non deve essere esclusiva, ma aperta a contributi e iniziative.
L’assessore di Cernusco sul Naviglio con delega alle attività produttive Sig.ra Rita Zecchini ha comunicato che i sindaci della Martesana, con il Consigliere Provinciale Massimo Gatti, stanno preparando una delibera, in riferimento al protocollo del Ministero, che viene coordinata dal tavolo delle politiche attive del lavoro, a cui molti comuni aderiscono. Nel frattempo, in vista dell’incontro del 12 Novembre, è stato inviato a tutti i comuni un appello da sottoscrivere da parte dei sindaci,  per l’applicazione del protocollo di intesa e per la partecipazione come parte attiva alle trattative.
All’unanimità si è proposto per la giornata del 12 Novembre di indire una manifestazione a Cassina de Pecchi, in concomitanza con il “tavolo di lavoro”, per sostenere la trattativa e per mostrare che la cittadinanza attiva e la comunità della Martesana è presente a sostegno della lotta.

Allego il volantino dell’iniziativa di Venerdì 9 Novenbre, organizzata dall’Arci Malabrocca di Pioltello e dalle rete solidale attiva Jabil, per “Un aperitivo solidale a sostegno della CASSA DI RESISTENZA. CHIUNQUE SIA INTENZIONATO A PARTECIPARE AL BANCHETTO INFORMATIVO che sarà allestito per la serata,mandi una mail di adesione  a retejabil@libero.it che è gestita momentaneamente da Roberto Malanca, Anna Lisa Minutillo e Luigi Brambillaschi.
E’ in fase di ultimazione il sito Web del Presidio e della Rete.
Lunedì 5 Novembre Aldo (il creatore) verrà a presentarlo al Presidio e a fare formazione. Quando sarà attivo vi informeremo.
Chiediamo il vs.numero di cellulare per avvisarvi in tempo utile se dovessero avvenire altre azioni di smantellamento della fabbrica e poter così presentarsi al presidio, dando un contributo di respingimento, o diffondere in modo capillare la notizia. E’ buona cosa che anche chi non abita in zona possa essere informato. Perciò utilizzate sempre la mail retejabil@libero.it
 Per sottoscrizioni alla cassa di resistenza utilizzate il seguente codice IBAM
CC IBANIT2850312732860000000000331 CAUSALE: PRESIDIO JABIL.
Tutte le iniziative che la rete proporrà dovranno essere concordate con il Presidio, i lavoratori e le rappresentanze sindacali.
All’unanimità tutte le persone presenti all’incontro hanno condiviso il messaggio di Roberto Malanca  “NESSUNO DEVE METTERE IL CAPPELLO SULLA NOSTRA LOTTA”.
Un abbraccio.
Luigi  Brambillaschi







Jabil resoconto dell'incontro di Lunedi 12 Novembre Tavolo di Lavoro presso il Comune di Cassina de Pecchi

DALLE RAPPRESENTANZE SINDACALI DELLA JABIL EX NOKIA SIEMENS

Al tavolo tecnico di lunedì 12 novembre tenutosi presso il Comune di Cassina de’ Pecchi erano presenti :                                                                                                                                       Il Sindaco di Cassina de’ Pecchi on. D’Amico, il rappresentante della Regione dott. Matone, l’assessore provinciale al lavoro Del Nero, il presidente di Invitalia dott. Citerni di Siena, il dott. Granata in rappresentanza del Comune di Milano, la dott.sa Pavone per la Prefettura, i prof. Di Gregorio e Mauri dell’Università Bicocca e l’ing. Cipriano, un imprenditore del settore aerospaziale, oltre alle rappresentanze sindacali.                                                                                                                       
Il tavolo è stato introdotto dal Sindaco che ha innanzitutto comunicato che la A.D.  di Nokia-Siemens dott.sa Cappello non poteva essere presente in quanto impegnata a Milano in un incontro con Monti ma che ribadiva la partecipazione di NSN al tavolo tecnico e dopo il giro di presentazioni ha ricordato quello che era scaturito dai due precedenti incontri, cioè il protocollo d’intesa sul mantenimento della vocazione industriale dell’area e l’impegno del Ministero dello Sviluppo economico (MISE) di dare mandato ad Invitalia  per attivare un progetto di rilancio del sito industriale.                                                                                                Il primo a prendere la parola è stato il dott. Matone (Regione Lombardia) che ha confermato l’impegno della sua struttura per favorire il ricollocamento e la presenza di fondi stanziati in maniera specifica per i lavoratori  ex-Jabil ed ex-Eutelia per circa 1,2 milioni di euro. Il successivo intervento dell’assessore provinciale Del Nero ha confermato quanto detto in precedenza dichiarando che il bando per la gestione di questi fondi sarà pronto per la fine di novembre ed ha comunque ribadito che questi soldi possono essere a disposizione anche di chi vuole riassumere i lavoratori nell’area di Cassina dè Pecchi.                         
Ad intervenire è ora il dott. Citerni di Siena (Invitalia) che ribadisce la propria disponibilità a partire con uno studio di progetto per il rilancio dell’area industriale ma che non ha ancora ricevuto il mandato ufficiale dal Mise da cui la struttura dipende e per conto del quale svolge la propria attività in tutta Italia ed in ogni settore industriale.                                                                         A questo punto il Sindaco ricorda a tutti i presenti l’impegno preso dal rappresentante del Mise durante l’incontro del 23 luglio quando disse di dare immediatamente mandato ad Invitalia per studiare un progetto di sviluppo industriale per l’area in oggetto “attuativo entro  6 mesi”. Il presidente di Invitalia si dichiara all’oscuro di tutto ciò e, confermando la propria disponibilità ad iniziare in qualunque momento a lavorare per un progetto di rilancio del sito industriale, si impegna a contattare il responsabile del Mise per chiarire la situazione. A parlare è ora il dott. Granata (Assessorato lavoro Comune di Milano) che ribadisce la volontà del Comune di Milano di essere parte attiva del tavolo tecnico in ottica città metropolitana e di poter dirottare, in accordo con l’amministrazione comunale di Cassina D/P,  eventuali fondi per le start-up di nuove aziende che si insediano nell’area.                     
Ora a prendere la parola sono i rappresentanti dei lavoratori R.Giudici (FIOM milano), R.Malanca e F.Galloro (Rsu FIOM Jabil) che esprimono la propria irritazione per la mancanza di rispetto del Mise nei confronti di tutti i lavoratori e dei partecipanti al tavolo tecnico, ma al contempo invitano le istituzioni regionali ha non trasformare l’atteggiamento del Ministero in un alibi per non intervenire a loro volta. Una regione come la Lombardia non può dipendere esclusivamente dal Ministero ma deve essere in grado con le proprie strutture di sostenere e rilanciare le attività industriali sul proprio territorio. Dal canto suo la Fiom ribadisce la volontà di continuare nella lotta a fianco dei lavoratori per impedire la chiusura dell’ennesimo sito industriale ed ammonisce le istituzioni dal perdere altro tempo prima di decidersi ad intervenire.                                      
I prof. Di Gregorio e Mauri (Politecnico) confermano nei loro interventi quanto sia stata proficua la collaborazione tra le università e la struttura industriale di Cassina D/P nel corso degli anni e di quanto sia deleterio anche per loro la dispersione e la conseguente perdita del know-how tecnologico dei lavoratori di questo sito. Si dichiarano altresì disponibili a collaborare con le rappresentanze sindacali per poter creare opportunità di rilancio dell’area intercettando per esempio le esigenze di aziende del settore che cercano opportunità di sviluppo.
L’ultimo ad intervenire è l’ing. Cipriano che si lamenta del fatto che aziende come la sua che vogliono espandersi non trovino delle strutture adeguate a soddisfare tutti i requisiti di qualità e di sicurezza necessari per le produzioni di alta tecnologia mentre ci sono delle aree industriali come quella di Cassina D/P che hanno tutti questi requisiti ma che vengono lasciate colpevolmente morire.    
L’incontro si chiude con  la dichiarazione della dott.sa Pavone della Prefettura che si impegna ad inviare al Mise una richiesta di chiarimenti sugli impegni presi e non mantenuti, allo stesso modo il Sindaco di Cassina D/P e tutte le istituzioni redigeranno e sottoscriveranno un documento analogo nel quale esprimeranno il proprio rammarico per l’atteggiamento del Ministero e faranno le opportune pressioni affinchè si possa mantenere fede agli impegni presi.
I lavoratori di Jabil e di NSN continueranno nelle loro lotte per arrivare ad una soluzione di continuità lavorativa nell’area industriale di Cassina D/P.

ISRAELE - PALESTINA: EMERGENCY CHIEDE ALLA UE DI IMPEGNARSI PER IL PROCESSO DI PACE

ISRAELE - PALESTINA: EMERGENCY CHIEDE ALLA UE DI IMPEGNARSI PER IL PROCESSO DI PACE

Emergency assiste con indignazione alla nuova ripresa del conflitto in Israele e Palestina: centinaia di feriti, più di 100 morti di cui almeno 20 bambini uccisi nella Striscia di Gaza in una settimana.
In Israele e in Palestina, come in Siria, come in Afghanistan, la guerra è sopraffazione e violenza che colpiscono innanzitutto i civili.
Dopo 18 anni di lavoro in Paesi in conflitto, Emergency sa che la guerra non porterà mai la pace.
Solo il rispetto e la pratica dei diritti umani possono fermare la deriva di violenza.

Emergency chiede il cessate il fuoco e che l’Unione Europea dimostri di meritare il Premio Nobel per la Pace appena ricevuto promuovendo un processo di pace che abbia come obiettivo immediato il rispetto dei diritti umani delle popolazioni civili.

La voce del Comitato NO TEM - SI METRO

http://notemsimetro.wordpress.com/2012/11/19/tem-lautostrada-che-non-deve-chiedere-mai-passera-anche-sopra-unantica-fornace-scoperta-nei-campi-di-lanzano/

Dalle piazze al red carpet, la protesta

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_17/film-fest-roma-operai-sul-red-carpet-2112745281285.shtml

Una famiglia sterminata - GAZA

sulla drammatica situazione a Gaza allego l'intervista  a Leila Shahid, Ambasciatrice ed esponente dell'Autorità Palestina, grazie alla quale si comprende un pò di più la situazione.
Restiamo umane/i.
Nicoletta

Leïla Shahid, l’esercito israeliano ha mobilitato 75.000 riservisti . I mezzi blindati  avanzano lentamente. Credete possibile un conflitto di terra ?
- Si, penso che la situazione sia assolutamente tragica, tutto questo  è stato già vissuto, circa 4 anni  fa, dalla popolazione di Gaza, è praticamente una guerra annunciata.  Trovo indecente che si manifesti stupore  di fronte al riacutizzarsi della situazione perchè, dall’offensiva del 2008/2009, niente è cambiato a Gaza. La popolazione, che  subisce un’occupazione che dura ormai da 45 anni, non può più continuare a vivere  nell’umiliazione costante  e a sopportare  le promesse non mantenute della comunità internazionale, Unione Europea inclusa.  
Penso però che quest’ultima pensata di Netanyahu abbia  connotazioni più che altro elettoralistiche. Non si fa scrupolo di farne pagare il prezzo alla popolazione israeliana , terrorizzata dall’essere bersaglio dei missili sparati da Gaza tanto quanto, se non di più, è terrorizzata la popolazione palestinese.

Dunque   le motivazioni di questo attacco a suo avviso sono di natura elettorale?
- Certamente ! Il Primo Ministro israeliano ha fissato le elezioni anticipate per il prossimo 22 gennaio. Ha scelto come partner di coalizione  Lieberman, attuale Ministro degli Esteri, un uomo che non nasconde le sue posizioni molto radicali.  Netanyahou ha cercato di convincere il Presidente Obama di aprire lo scontro con l’Iran ma non c’è riuscito. Quindi ha scelto di dichiarare guerra al nemico più fragile e meno equipaggiato sotto il profilo militare, cioè la popolazione di Gaza. Per favore non venite  a dirmi che Hamas, con obici costruiti in qualche laboratorio locale,   può tener testa ad un esercito potente e nuclearizzato com’è quello israeliano. E quindi assisteremo all’ennesimo massacro.

Dunque, il governo israeliano afferma di voler difendere la propria popolazione. L’Occidente considera Hamas il responsabile di tale situazione. Qual’è la posizione dell’Autorità Palestinese ?
- Ascolti, sono 19 anni che noi abbiamo convenuto di interrompere le azioni militari accettando una negoziazione politica fondata sulla prospettiva di "due popoli, due Stati ».  Siamo onesti, non abbiamo ottenuto un bel niente.  La soluzione immaginata dal Presidente Mahmoud Abbas, dal Primo Ministro  e da Yasser Arafat prima della sua morte non regge, sono 20 anni che negoziamo e sono 45 anni che subiamo l'occupazione  dei nostri territori. Cosa abbiamo ottenuto? Non siamo nemmeno riusciti a far ritirare l'esercito israeliano da Gaza o dalla Cisgiordania o da Gerusalemme est. Guardiamo in faccia alla realtà : la comunità internazionale  è anch'essa responsabile della nostra sconfitta perché  è evidente l'asimmetria di forze fra noi ed Israele, a tutto favore di quest'ultimo.

E  Hamas è responsabile? Hamas in quanto tale.
- Si, ma Hamas non rappresenta un partito ma una popolazione. Vi dico questo: non è Hamas il problema ma la  Jihad islamica e le altre organizzazioni. Hamas  ormai da 5 anni e per ragioni di opportunità  ha fatto rispettare un cessate il fuoco integrale , non ci sono più stati attacchi.  Hamas ha davvero imposto un cessate il fuoco. Gli attacchi  hanno senza dubbio a che fare con la situazione  politica della regione ma il motivo scatenante è dovuto all'esasperazione delle persone la cui vita non è cambiata per nulla.
La tragedia della Palestina sta nel fatto che la comunità internazionale, ivi compresi gli Stati Uniti e l'Unione Europea, è in malafede oppure incapace di mettersi d'accordo su una vera prospettiva politica. Israele è trattato come uno degli Stati più democratici e più gentili  tanto da poter contare su ottime relazioni. 
L’Unione Europea  è disponibile ad accordargli ogni privilegio possibile . La  popolazione palestinese ha quindi il diritto di difendersi come meglio ritiene opportuno. Noi come Autorità palestinese pensiamo che lo si possa fare sul piano politico  ma dopo 20 anni di tentativi fallimentari si può  ben capire che la nostra posizione non ha più molta credibilità. Le organizzazioni come Hamas  e la Jihad islamica  preconizzano invece il ricorso alla lotta armata.

Questo punto di vista vi inquieta?
-Si ci inquieta e vi spiego perché. La sproporzione  delle forze è tale per cui  è ancora una volta la popolazione civile di Gaza a pagare il prezzo più alto. Chi è morto negli ultimi 4 anni? 1400 fra  donne , bambini, anziani . E  chi rischia di morire ora, durante queste tre giornate di attacchi? Sono 30 civili palestinesi, non sono i soldati ma i civili che muoiono. quando Israele attacca con gli F16 non sono nè Hamas nè la Jihad islamica ad essere punite ma è la popolazione di Gaza ad esserlo. una popolazione che non può nemmeno fuggire perché  tutte le frontiere sono state chiuse da Israele. 

L'altro ieri abbiamo assistito a scene abbastanza rare in Cisgiordania. Si sono viste persone che sventolavano bandiere in segno di ringraziamento ad Hamas.
- Ma è normale. Come vi ho detto io sono l'ambasciatrice della Palestina ma devo dire in tutta sincerità che la strategia mia e della direzione dell'Autorità , che io sostengo da 45 anni,  è stata sconfitta. Ditemi voi a che cosa sono serviti i negoziati degli ultimi 20 anni? Abbiamo cominciato a negoziare a Madrid nel 1990. Abbiano continuato nel 1993, abbiamo fermato la lotta armata , abbiamo voluto dimostrare di essere rispettosi del diritto internazionale, ed Israele ci ha battuto le mani. 
Da 45  anni abbiamo una risoluzione, la n. 242, che obbliga Israele a lasciare i territori occupati perché  tale occupazione è illegale. Chi la fa applicare? Nessuno. Non date per favore lezioni di morale ad una popolazione stremata. Noi  dobbiamo fare autocritica  per dire che  non siamo riusciti a mettere fine all'occupazione con mezzi non violenti, ed intanto vediamo  Netanyahu che utilizza tutto ciò per i suoi calcoli  elettorali. Si presenta con Lieberman,  come fossero eroi , diciamo così, dell'unità israeliana  contro sedicenti nemici. Ritorna sulla guerra di civiltà, riprende i discorsi di  Bush sull' "asse del bene contro il male" e indica Hamas e tutto ciò che è islamico  come il diavolo per fare di sè stesso il  garante della libertà .

 Che ruolo può giocare oggi l'Egitto?
- Il fronte militare  vicino alla frontiera fra l'Egitto e Gaza  destabilizza anche il Presidente Morsi. Per questo si è subito attivato  per mantenere  la relazione politica che ha con Hamas. Ma come vi ho detto  Hamas ha praticamente rispettato il cessate il fuoco per 5 anni. Perché  oggi tutto ricomincia? Credo che ciò abbia a che fare con la situazione nazionale israeliana e con le prossime elezioni.  Morsi  ha già chiamato due volte il presidente   Obama per cercare di dire alle potenze internazionali  che serve invitare alla calma  Netanyahu perchè le sue iniziative  non mettono in pericolo solo la zpalestina ma l'intera regione. 

domenica 4 novembre 2012

TARANTO- Cresce la protesta sia in fabbrica


DA CITTADINI LAVORATORI LIBERI PENSANTI - TARANTO -

TARANTO- Cresce la protesta sia in fabbrica, spinta dalla determinazione e dalla compattezza degli operai del MOF (Movimento Ferroviario), dove è morto il giovane Claudio Marsella, che in città, dove cittadini e associazioni si stanno stringendo intorno agli scioperanti.

I lavoratori riunitesi in assemblea hanno deciso di proseguire lo sciopero almeno fino alle 7 di martedì 6 novembre. E’ stato anche organizzato un presidio giorno e notte davanti ai cancelli della fabbrica. Lo sciopero di tutti i dipendenti dello stabilimento dell’ ILVA, indetto dal coordinamento regionale dell’USB Lavoro Privato Puglia, unitamente all’USB ILVA, è iniziato il 30 ottobre, a seguito del drammatico incidente avvenuto durante la fase di aggancio di una motrice ai vagoni, che ha causato la morte di Marsella. Alla protesta, che in alcuni reparti come quello del MOF ha avuto un'adesione del 100%, - annuncia l’Unione Sindacale di Base- la dirigenza aziendale ha risposto con forti pressioni, intimidazioni e addirittura minacce di licenziamento.
“Che ad un'azienda sia stato permesso per anni, con la connivenza di istituzioni e sindacati, di avvelenare i lavoratori e l'intera città, è ormai cosa nota. Che però si mettano in discussione anche libertà di opinione, di associazione e di sciopero, è assolutamente inaccettabile", afferma Fabrizio Tomaselli dell’esecutivo Nazionale Confederale USB.

”Forse - aggiunge il sindacalista - qualcuno pensa di mettere paura ai lavoratori e di avere a che fare con una protesta stracciona. Ma di stracciona qui c'è soltanto una realtà fatta di anni d’impunità per un'azienda che pensa di poter continuare a fare ciò che vuole a dispetto della legge, delle sentenze e della costituzione. Quest'estrema agitazione aziendale dimostra che lo sciopero funziona e rende ancor più evidente che nel recente passato gli “scioperi pilotati” con capi e dirigenti in testa non erano veri scioperi. E' ora che il governo e le istituzioni intervengano - tuona Tomaselli - per far rispettare la legge e magari non sarebbe male che si facesse sentire anche il Presidente della Regione. USB è comunque pienamente coinvolta nella vertenza e sostiene in tutti i modi i lavoratori in lotta. L'intera USB sostiene e condivide questa battaglia sindacale di civiltà che intende innanzitutto riportare legalità e democrazia all'interno dell'ILVA”.

L’organizzazione sindacale si è rivolta anche al Capo di Gabinetto del Prefetto di Taranto, dottoressa Vissani, che ha incontrato una delegazione e dopo aver ascoltato le denunce e le testimonianze dei lavoratori che riportavano le gravi minacce ed intimidazioni condotte dalla dirigenza dell'ILVA e tese a intimorire i lavoratori in sciopero, ha affermato che nessuno può violare un diritto costituzionale come l'esercizio del diritto di sciopero e in tal senso si è impegnata ad intervenire presso l'azienda per richiedere di interrompere tali atti illegittimi.
A caratterizzare questa vicenda, come tante altre del nostro paese, purtroppo, è il mutismo della stampa nazionale, che a parte qualche articolo sulle pagine locali, non ha dato visibilità a quanto sta accadendo. Noi riteniamo che le battaglie dei lavoratori, la loro fermezza a richiedere sicurezza, salute, lavoro, legalità e giustizia valgano la pena di essere portate sempre a conoscenza di tutti, perché sono il patrimonio della nostra storia

sabato 3 novembre 2012

RELAZIONE DELL’INCONTRO: “ PER LA COSTITUZIONE DI UNA RETE DI SOSTEGNO ATTIVA JABIL EX NOKIA SIEMENS.

Giovedì 1 Novembre 2012

RELAZIONE DELL’INCONTRO:  “ PER LA COSTITUZIONE DI UNA RETE  DI SOSTEGNO ATTIVA JABIL EX NOKIA SIEMENS.
Care/i
Martedì 30 Ottobre a Cernusco sul Naviglio presso la Sede di “Sinistra Per Cernusco” si è tenuto il primo incontro per la costruzione di una rete di sostegno attiva per la Jabil ex Nokia Siemens. Erano Presenti : Roberto Malanca (Rsu Jabil), Luigi Brambillaschi, Marcello Guerra, Luciano Muhlbauer, Michele Parodi, Diego Rodriguez, Rita Zecchini (assessore all’educazione, culture e lavoro del Comune di Cernusco sul Naviglio), Marco Levi,  Anna, Nives, Dario e Giacomo della “Brigata Solidarietà attiva Milano”.
Hanno dato il loro contributo all’incontro Stefano,Tonino e Luciano del “Forum Napoli Oltre” (allego il loro intervento).
Abbiamo ricevuto un invito a confrontarci sul tema “Lavoro-Salute-Ambiente” dal “Comitato Cittadini Operai  Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto”.
Il presidio permanente  Martesana (No Tem) ha aderito all’incontro, ma non era presente in quanto impegnato in una manifestazione territoriale, dopo l’esproprio del presidio e delle campagne limitrofe dove dovrà essere costruito un cantiere per la Tem.
Annalisa Minutillo e Ramona  Bartoloni, “resistenti” della Jabil, erano assenti per seri problemi personali.

Luigi Brambillaschi ha fatto un breve intervento introduttivo sul motivo per cui è stata costituita questa rete, partendo da un dato molto importante: l’adesione  di 120 persone che hanno lasciato la loro mail durante gli incontri  e le assemblee pubbliche nei comuni di Melzo, Inzago, Cassano, Brugherio, Vimercate e delle forze attive che hanno “messo la faccia” il 27 Luglio durante l’assalto delle forze dell’ordine alla Jabil, respingendo lo smantellamento della Fabbrica e del Presidio. L’intervento si può così sintetizzare:
 Si rivendica l’occupazione della fabbrica e la costituzione del presidio come nuove forme di lotta (che INNSE ci ha insegnato), per non cedere ai ricatti governativi e padronali che stanno smantellando le fabbriche in Italia per fare profitti, sfruttando i lavoratori all’estero (Vedi Fiat Serbia) e contro la speculazione finanziaria. E’ una situazione molto grave  lo smantellamento a livello nazionale delle fabbriche di telecomunicazioni, molte delle quali sono concentrate sul territorio della Martesana e in Brianza.
Inoltre si rivendica il sostegno e il coordinamento con altre realtà produttive in crisi.
L’obiettivo della rete di sostegno Jabil Nokia Siemens è quello di dare vita a una rete che sia espressione di una larga e unitaria adesione a quel fronte largo di resistenza civile, sociale e culturale  che contrassegna quotidianamente la vita lavorativa del nostro territorio. Si vuole rilanciare il protagonismo dei lavoratori, dell’ associazionismo  democratico, dei movimenti di lotta per il lavoro e i beni comuni, per un territorio più solidale e più vivibile, con l’obiettivo di avviare un processo largo e partecipativo che individui le priorità programmatiche per la riscossa del “lavoro”: la democrazia partecipativa dei beni comuni e dei beni pubblici, il blocco dell’espansione urbana e la riconversione ecologica del territorio, un rafforzamento degli istituti della democrazia diretta, la lotta all’emarginazione sociale.
Questi sono alcuni capisaldi di un possibile impegno comune. 

Roberto Malanca, della RSU FIOM JABIL, ha relazionato con la chiarezza di sempre tutta la vicenda e il percorso che ha portato alla chiusura della fabbrica, ha spiegato le modalità della “nuova” lotta e ci ha aggiornati sulla situazione attuale. In particolare si è soffermato sul prossimo incontro del “tavolo di lavoro” indetto per il 12 Novembre, che si terrà presso il Comune di Cassina de Pecchi, dove Comune, Ministero dello sviluppo, Regione, Provincia, Comune di Milano, Invitalia e Nokia Siemens si incontreranno per presentare un piano per la continuità produttiva della Jabil e dello storico sito industriale, oggi di proprietà di Nokia Siemens. Ha poi ricordato il riconoscimento, sancito da un protocollo ufficiale, da parte di tutte le istituzioni, Ministero dello sviluppo compreso, che l’area Nokia Siemens rimarrà industriale anche nel futuro. A tal proposito, un particolare ringraziamento va al Sindaco di Cassina de Pecchi per essere il fautore, con le rappresentanze sindacali, sia del “tavolo” che del protocollo dell’area industriale.
Ha illustrato anche il risultato ottenuto da Nokia Siemens Network, ossia che nessuno dei novecento dipendenti dell’azienda sarà licenziato. L’accordo, infatti, siglato il 29 Ottobre presso il Ministero del lavoro, prevede l’utilizzo dello strumento della cassa integrazione straordinaria a rotazione per 445 lavoratori; sarà invece incentivata l’uscita dei rimanenti 455 lavoratori, sulla base della mobilità volontaria, con un sostegno del reddito di 300 euro lordi per i primi due mesi di cassa integrazione, per ricoprire, in seguito, l’80% del reddito fino ad un massimo di 1600 euro mensili.
Infine ha appoggiato la rete di sostegno attiva perché la lotta continui senza tentennamenti, vigilando con le appropriate iniziative e mobilitazioni, affinché ogni decisione ed impegno presi dal tavolo delle trattative, siano seguiti dai fatti fino alla ripresa a pieno regime dello storico sito industriale.

Nel dibattito che è seguito ci sono stati interventi di condivisione e di sostegno a questa lotta, sia in termini di diffusione che politici, rifiutando le logiche liberiste delle ultime riforme del lavoro e la cancellazione dei diritti dei lavoratori. Si è precisato che la rete non deve essere esclusiva, ma aperta a contributi e iniziative.
L’assessore di Cernusco sul Naviglio con delega alle attività produttive Sig.ra Rita Zecchini ha comunicato che i sindaci della Martesana, con il Consigliere Provinciale Massimo Gatti, stanno preparando una delibera, in riferimento al protocollo del Ministero, che viene coordinata dal tavolo delle politiche attive del lavoro, a cui molti comuni aderiscono. Nel frattempo, in vista dell’incontro del 12 Novembre, è stato inviato a tutti i comuni un appello da sottoscrivere da parte dei sindaci,  per l’applicazione del protocollo di intesa e per la partecipazione come parte attiva alle trattative.
All’unanimità si è proposto per la giornata del 12 Novembre di indire una manifestazione a Cassina de Pecchi, in concomitanza con il “tavolo di lavoro”, per sostenere la trattativa e per mostrare che la cittadinanza attiva e la comunità della Martesana è presente a sostegno della lotta.

Allego il volantino dell’iniziativa di Venerdì 9 Novenbre, organizzata dall’Arci Malabrocca di Pioltello e dalle rete solidale attiva Jabil, per “Un aperitivo solidale a sostegno della CASSA DI RESISTENZA. CHIUNQUE SIA INTENZIONATO A PARTECIPARE AL BANCHETTO INFORMATIVO che sarà allestito per la serata,mandi una mail di adesione  a retejabil@libero.it che è gestita momentaneamente da Roberto Malanca, Anna Lisa Minutillo e Luigi Brambillaschi.
E’ in fase di ultimazione il sito Web del Presidio e della Rete.
Lunedì 5 Novembre Aldo (il creatore) verrà a presentarlo al Presidio e a fare formazione. Quando sarà attivo vi informeremo.
Chiediamo il vs.numero di cellulare per avvisarvi in tempo utile se dovessero avvenire altre azioni di smantellamento della fabbrica e poter così presentarsi al presidio, dando un contributo di respingimento, o diffondere in modo capillare la notizia. E’ buona cosa che anche chi non abita in zona possa essere informato. Perciò utilizzate sempre la mail retejabil@libero.it
 Per sottoscrizioni alla cassa di resistenza utilizzate il seguente codice IBAM
CC IBANIT2850312732860000000000331 CAUSALE: PRESIDIO JABIL.
Tutte le iniziative che la rete proporrà dovranno essere concordate con il Presidio, i lavoratori e le rappresentanze sindacali.
All’unanimità tutte le persone presenti all’incontro hanno condiviso il messaggio di Roberto Malanca  “NESSUNO DEVE METTERE IL CAPPELLO SULLA NOSTRA LOTTA”.
Un abbraccio.
Luigi  Brambillaschi







Comunicato ASS.LEGAMI D’ACCIAIO

Comunicato ASS.LEGAMI D’ACCIAIO
ILVA DI TARANTO: Continua la Strage di Lavoratori
L’ Associazione Legami d’ Acciaio (ex – Operai TK e Famigliari delle Vittime del 6 Dicembre 2007) esprime il suo più sentito cordoglio e la solidarietà alla Famiglia Masella, per la tragedia che l’ ha colpita, privandola  e lasciandola senza l’ affetto di Claudio, perito in modo così assurdo e tragico, l’ ennesima morte sul lavoro in nome del profitto che accade nello stabilimento di Taranto.
La nostra fraterna solidarietà e il nostro cordoglio oltre alla Famiglia, ai Cari e agli Amici di Claudio, va innanzitutto agli Operai dell’ ILVA, in particolare a tutti quelli che si battono per la Salute e la Sicurezza sul proprio posto di lavoro, nelle linee e nei reparti in cui ogni giorno entrano per lavorare con la propria dignità a testa alta e purtroppo devono fare i conti con uno scenario da Guerra a causa delle condizioni generali del luogo di lavoro e in particolare delle condizioni precarie degli impianti e dei macchinari. Condizioni che sono volutamente lasciate all’ incuria da parte della Direzione Aziendale e dai suoi preposti, che con pressioni e vessazioni sugli operai, chiedono di lavorare in condizione fuori dalla legalità, sia per quanto riguarda le normative sulla Sicurezza e la Salute, sia per quanto riguarda l’ Organizzazione del Lavoro e ai Turni fino alla negazioni più palesi  in spregio totale della Legalità e della Costituzione Italiana in nome dell’ unico valore che conta per Lor Signori la  massima produzione per  il Profitto.
In nome del  Profitto e per conto di Padron Riva e dei  suoi sodali Amici Padroni, si continua a morire all’ Ilva di Taranto così come in tutte le Fabbriche le Aziende e i Cantieri del Bel Paese, in ogni settore produttivo, dall’ Industria  all’ Edilizia, in Agricoltura, senza che si ponga un freno, un arresto di questa continua Strage di Lavoratrici e Lavoratori, che fa più di 1000 morti l’anno(i dati dell’ Inail sono in parte falsi ed inesatti, non tenendo a debito conto i morti in itinere e le categorie che lavorano nei trasporti e sulle strade muoiono, oltre ché il lavoro nero… )di quella che oramai si può chiamare, senza retorica e senza timori di essere smentiti una vera e propria Guerra sferrata dal Padronato senza tregua, verso i Lavoratori, il vero e reale conflitto, il terreno di scontro  tra Capitalismo e Lavoratori in questo Paese e nel Mondo.
L ‘Ilva di Taranto, campo di battaglia di questa Guerra assurda, detiene il triste Record in Italia ed in Europa, con più di 50 morti dal 1993 ad oggi (i dati che girano in queste giorni sono in parte falsi, anche per com’è noto alcuni incidenti e morti relativi ,soprattutto di Ditte Terze sono stati occultati ed omessi) con i vari Governi Nazionali e Locali che poco o quasi niente hanno fatto per fermare in primis la continua Strage di lavoratori e per migliorare  le emissioni e l’ inquinamento provocato da una scellerata gestione delle produzioni e degli impianti.  
Non è necessario essere Lavoratori dell’ Ilva di Taranto, o essere dei tecnici, per conoscere e discutere di ciò, Noi ex-Operai della ThyssenKrupp  AcciaiSpeciali Terni, sappiamo cosa vuol dire lavorare in condizioni precarie  e d’ insicurezza, perché costretti dall’ Azienda, spesso al limite del rispetto delle norme e delle regole, alcune volte oltre quest’ ultime!
Lo sappiamo bene purtroppo, in che condizioni si lavora e come si muore da lavoro in questo Paese dato che la Tragedia e la Strage che ci ha colpiti quella maledetta notte del 6 Dicembre del 2007 ci ha portato via a noi e alle Loro Famiglie i nostri Sette Compagni : Antonio – Angelo – Bruno – Roberto – Rocco – Rosario – Giuseppe,  c’è l’abbiamo inciso sulla nostra pelle e nelle nostre coscienze !!!
La Nostra solidarietà e vicinanza nella Lotta per la Salute e la Sicurezza nell’ Ilva e nella Città di Taranto, con i Lavoratori ed i Cittadini che si battono sensa se e senza ma, ma anche senza ambiguità, per la Difesa della Salute dentro e fuori la Fabbrica di Padron Riva, ma altrettanto per un futuro lavorativo e di Progresso per la Città di Taranto e la salvaguardia a determinate condizioni dei posti di lavoro per tutti i Lavoratori dell’ Ilva e delle Ditte Terze che vi operano.
Condizioni e soluzioni  precise,  molto chiare e semplici, che sino ad oggi non sono state mai nè proposte nè tantomeno messe in campo dalla Politica Istituzionale, a tutti i livelli, anche quando Governi Regionali e Nazionali di segno Progressista potevano e dovevano fare per intervenire nel merito delle questioni gravi e problematiche poste dalle produzioni  nel Sito di Taranto, in particolare per le Morti sul Lavoro e la riduzione delle cause e delle ricadute per l’inquinamento ambientale e le ricadute sulla Popolazione di Taranto, che come confermato dagli ultimi dati (se ve ne fosse bisogno…sono anni che lì a Taranto le Istituzioni e la Città sanno e conoscono…) è tra le più pesanti e gravi rispetto all’ incidenza di patologie tumorali e di malattie dell’ apparato respiratorio che c’è su scala nazionale.
Non dovrebbe essere il Primo Cittadino, il Sindaco,  il garante primo ed ultimo della Salute dei Cittadini ? Come mai in tutti questi anni (almeno dal 1993, dalla gestione Riva) i vari Sindaci che si sono succeduti non hanno mai posto il problema, emettendo un’ ordinanza che bloccasse le produzioni, affinché si mettessero in sicurezza gli impianti e si iniziasse a produrre in modo meno inquinante riducendo al minimo l’ inquinamento?
Il problema di base è che ci sono tanti Responsabili  di questa situazione, ma uno in particolare, ossia il Proprietario : Padron Riva che da quando ha acquisito l’Ilva dallo Stato, ha accumulato ingenti profitti senza reinvestire neanche minimamente parte dei suoi profitti in innovazione tecnologica e miglioramento della Sicurezza Interna e per la Bonifica del territorio circostante lo stabilimento.
Riva è responsabile di questa annosa e grave situazione che si è per giunta, drammaticamente posta negli ultimi mesi alla ribalta Nazionale (ovviamente oltre ché  lì a Taranto, noi ed altri in Italia, inascoltati denunciavamo già la situazione…) quindi Riva deve mettere mano al portafoglio e fare i necessari interventi urgenti per frenare la situazione e programmare con un Piano d’ Interventi per il futuro, il risanamento e la bonifica del Sito contestualmente alle produzioni, pur alternando limitazioni temporanee a quest’ultime.
Tutto ciò potrebbe avere e prevedere anche l’ intervento straordinario del Governo e dello  Stato e delle sue Amministrazioni Locali , ma tutto ciò non a può e non deve essere a  costo zero per Riva ma con precisi impegni, senza regalargli più soldi, com’ è stato fatto nella svendita di vent’anni fa e come si vorrebbe far pagare oggi sempre allo Stato (Cig per il lavoratori e VIA per inefficaci Piani di Bonifica… ) gli errori ed i crimini commessi dalla Famiglia Riva ai danni dei Tarantini e degli Italiani facendo pagare a quest’ultimi  gli interventi di Bonifica.
Noi diffidiamo  dalla propaganda falsa e fuorviante fatta da pseudo rappresentanti del Mondo Ambientalista che vorrebbero subito chiudere lo stabilimento, così da creare una nuova  Bagnoli, dai vari  rappresentanti Politici di Partiti o Lobby di Potere, dai Giornalisti e dai Rappresentanti di Istituzioni ed Enti preposti alla Salute e ai Diritti dei Lavoratori e dei Cittadini, dai Sindacati Gialli FIM-Cisl e UIL-Uilm in particolare che si è scoperto essere a libro paga dei Riva!!! Personaggi di varia natura che non hanno veramente a cuore il destino dei Lavoratori ed i Cittadini di Taranto, o che addirittura  sotto mentite spoglie hanno fatto e faranno solo gli Interessi di Padron Riva e dei Padroni suoi accoliti.
Si può lavorare e produrre rispettando le norme e l’ ambiente interno e circostante la Fabbrica, ci vuole più Democrazia in Fabbrica e un Sindacato realmente dalla parte e dei Lavoratori !

TORINO 31 Ottobre 2012                                                     ASS. LEGAMI d’ ACCIAIO Onlus              

mercoledì 24 ottobre 2012

Incontro per la costruzione di una rete di sostegno attiva Jabil



Care/i per la costruzione di una rete di sostegno attiva Jabil ex Nokia
Siemens. Abbiamo indetto un primo incontro per Martedì 30 Ottobre dalle ore
20.30 alle 23.00 presso la sede di Sinistra per Cernusco, all'interno della
sede della Coop. Edificatrice Cernuschese in via Fatebenefratelli,9 Cernusco
sul Naviglio
...

Saranno presenti le rappresentanze sindacali e i lavoratori della Jabil. Vi
invito a estendere l'incontro nei modi che ritenete opportuni. Per chi si è
iscritto alla mail-list ma impossibilitato a partecipare in quanto la
lontananza non lo permette sarà sempre aggiornato tramite documenti che
verranno prodotti e tramite l'indirizzo di posta elettronica retejabil@libero.
it potrà mandare i propri contributi.


Ordine del giorno

Introduzione Perchè una rete sul lavoro e le nuove modalità di Lotta. di Luigi
Brambillaschi
Intervento delle rappresentanze sindacali e dei lavoratori della Jabil per un
aggiornamento della situazione attuale e per fare proposte alla rete
Iniziative in atto.
Interventi dei partecipanti.
Individuazione dei referenti della rete.


Vi aspettiamo, un abbraccio
Annalisa Minutillo

Luigi Brambillaschi





http://www.facebook.com/#!/events/395984270473231/?fref=ts

lunedì 15 ottobre 2012

COMUNICATO ALLA RETE DI SOSTEGNO ATTIVA JABIL EX NOKIA SIEMENS

Sosteniamo il presidio delle operaie e degli operai della Jabil di Cassina de' Pecchi (Mi).

Care/i
Vi scriviamo queste righe per spiegarvi l'importanza di sostenere in questo momento le lotte del Presidio Jabil.
Sono stati ottenuti risultati importanti:

1) Riconoscimento sancito dal protocollo ufficiale, da parte di tutte le istituzioni con il Ministero della Sviluppo in testa, che l'area Nokia Siemens rimane industriale anche in futuro.
2) Impegno ufficiale del Ministero dello Sviluppo, a presentare un piano per la continuità produttiva della ex Jabil e dello storico sito industriale, oggi di proprietà Nokia Siemens.
3) La determinazione a lottare degli operai Jabil, ha visto stringersi intorno, la solidarietà attiva della Comunità, di altre fabbriche e di tanti sostenitori che, in momenti difficili come venerdì 27 luglio, ci hanno permesso di sventare l'attacco sferrato da Jabil, venuto alla carica con l'aiuto delle forze dell'ordine, con la pretesa di smantellare gli impianti.
Per far rispettare questi impegni serve un fronte di persone attive che si organizzano in modo capillare e sostengano la lotta.
"Una lotta esemplare che continua senza tentennamenti e continuerà, vigilando, con le appropriate iniziative e mobilitazioni, affinchè ogni decisione e ogni impegno preso al tavolo delle trattative, siano seguiti dai fatti, fino alla ripresa a pieni giri dello storico sito industriale."
Facciamo tre proposte:
a) Creare una mail-list di tutti i sostenitori attivi affinchè possiamo formare una rete inclusiva e partecipativa. Per adesioni inviare mail a: lbrambillaschi@libero.it 
b) Proporre iniziative per far emergere la nuova modalita di lotta ..."l'occupazione della fabbrica e il presidio", se si estende l'informazione e la conoscenza più si resiste.
Per proposte inviare mail a lisa.66@libero.it,
c) Creare un Sito Web della rete di sostegno. Chi può farlo contatti il seguente indirizzo mail lbrambillaschi@libero.it
Aspettiamo le vostre risposte.
Anna Lisa Minutillo
Luigi Brambillaschi