Con o senza le parti sociali, ma soprattutto senza la voce dei lavoratori e delle lavoratrici di questo paese, il governo Monti, che di tecnico ha ben poco, sta affondando definitivamente le residue garanzie che distinguono un mercato del lavoro, ancora basato su regole civili e democratiche che nessuno ci ha regalato, da un futuro nel quale la sola legge del profitto deciderà della vita di tutte e tutti.

Già oggi, e da molto tempo, milioni di persone sono state estromesse dal lavoro subendo delocalizzazioni, fallimenti, speculazioni; provando nel migliore dei casi a resistere davanti ai cancelli, asserragliati nelle fabbriche e manifestando per ogni dove, ma in questa lotta, dove intorno fanno terra bruciata, nessuno ha gli strumenti o una forza tale da poter imporre le proprie rivendicazioni. Se tutto il panorama sindacale mostra ancora una volta la sua debolezza e l’estrema frammentazione, intento solamente nel salvaguardare il proprio spazio e gestire in modo concertativo il nostro futuro, un vero fronte di opposizione a queste politiche, che ogni giorno riescono a passare il segno, diventa sempre più necessario.
BASTA DELEGARE !! BASTA CONCERTARE !!
L’autorganizzazione dal basso dei lavoratori è tanto possibile quanto urgente perché nessuno oggi può rivendicare un proprio ed efficace percorso in grado di contrastare la loro crisi ….e non possiamo aspettare ancora.
Il 31 marzo a Milano, dopo un periodo interminabile di mancanza di grandi mobilitazioni, si è svolta la manifestazione NO DEBITO NO MONTI, unica realtà oggi di dichiarato dissenso al massacro sociale in atto, che è terminata in Piazza Affari, simbolo e cuore della finanza italiana; una data che ha raccolto moltissime adesioni.
Si è voluto caratterizzare questa manifestazione non come un insieme di varie e specifiche organizzazioni unite per l’occasione ma fare di questo appuntamento il primo di un percorso che metta insieme: i lavoratori e le lavoratrici italiani e immigrati/e, precari/e, studenti, movimenti per la difesa dei beni comuni dal no expo al no tav e tutte le realtà che confliggono nel territorio metropolitano e non solo, slegati/e da ogni logica politico-sindacale.
C’è un disperato bisogno di radicalità di fronte a questo tsunami molto ideologico ma ancor più materialmente devastante e tutti oggi chiedono questo; blocchi stradali come quelli dei no tav, dei lavoratori e delle lavoratrici delle fabbriche che hanno scioperato spontaneamente per difendere l’articolo 18, l’occupazione del ministero del lavoro da parte dei precari sono alcune esempi tra i tanti che non possono e non devono rimanere episodi isolati da elogiare ma pratica di lotta da estendere in modo virale e continuato.
Dopo il 31 la nostra lotta non si ferma !!!

UNIFICHIAMO LE VERTENZE, COSTRUIAMO LE NOSTRE PIATTAFORME E DECIDIAMO NOI LE FORME DI LOTTA
COMINCIAMO OGGI PER DIRE TUTTE E TUTTI:

NO AL DEBITO
NO AL PROFITTO!
SI ALL’ARTICOLO 18!