mercoledì 20 giugno 2012

JABIL - Gruppo consiliare "Cittadinanza&Cambiamento"

Gruppo consiliare "Cittadinanza&Cambiamento"
INTERPELLANZA
Con cortese richiesta di risposta scritta c.a. Sindaco D’Amico
Oggetto: richiesta per azioni sul sito industriale Nokia-Siemens Jabil
Il giorno martedì 5 giugno u.s. è stato concordato un protocollo tra Comune, Provincia e Regione che ha espresso l’intenzione di mantenere, negli strumenti di programmazione urbanistica, l’attuale destinazione produttivo-industriale per l’area dello storico sito industriale, oggi di proprietà Nokia-Siemens. Questo passo, reso possibile dalla lotta indefessa messa in atto dal Presidio dei Lavoratori Jabil, se portato a compimento con la stipula delle firme, sarebbe sicuramente interessante. Ma, come abbiamo affermato molte volte dall’inizio di questa vertenza, purtroppo non sufficiente.
L’azione delle istituzioni infatti potrà risultare efficace solo quando applicheremo un principio che i lavoratori impegnati nella lotta di resistenza stanno trasmettendo: la fabbrica è un patrimonio collettivo. L’elevata competenza che ha caratterizzato la fabbrica nei decenni passati e che andava dalla ricerca, alla progettazione, alla prototipazione fino alla realizzazione in serie degli apparecchi elettronici, infatti, non è patrimonio di un marchio (peraltro mutato molteplici volte), ma di un’intera società civile che ha saputo prima di tutto preparare e sostenere i lavoratori in tutti i settori, e che ha trovato nei lavoratori persone che nella fabbrica hanno virtuosamente creato ulteriore sapere, coscienza di sé e senso di appartenenza ad una collettività, di fabbrica e sociale contemporaneamente. L’etica del lavoro, che i lavoratori esprimono ancora oggi per tramite di quel presidio di lotta è l’etica dell’adesione costruttiva, partecipativa e libera di quegli uomini e quelle donne alla società nel suo complesso, che realizza quanto prescritto dalla Costituzione, art.1 "L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". È questo sapere, questa coscienza di sé quest’etica del lavoro che si sono impressi nella produzione e nei prodotti, e ha reso la fabbrica nota nel mondo e ricca per chi ne ha detenuto la proprietà.
Per queste ragioni la società nel suo complesso e le istituzioni che la amministrano non possono chiamarsi fuori dal contendere: lo svuotamento di quell’azienda colpisce direttamente e interiormente la vita sociale. Il ragionamento si rinforza se si considera che altre realtà simili si stanno purtroppo manifestando un po’ ovunque nel nostro Paese: fatto che suggerisce quasi l’idea di una azione coordinata dei grandi gruppi industriali e che rischia di lasciare solo macerie dove prima c’era produttività. La società non può non tutelare il suo patrimonio produttivo. Anche il Comune quindi deve giocare il proprio ruolo fino in fondo.
Abbiamo perciò avanzato in passato tre proposte che, se attuate, possono perseguire questo obiettivo, e sulle quali chiediamo aggiornamenti.
  1. 1. Il Comune deve cercare di avere un ruolo nella proprietà degli immobili: bisogna impedire compravendite non finalizzate al rilancio immediato del sito produttivo. Il Comune ha inoltre sulla base della Legge 12/2005 la possibilità di ottenere la proprietà degli immobili.
  1. destini sono patrimonio collettivo, l’Amministrazione è coinvolta, e deve prendere parte nei processi.
  2. 3.
  3. 4.
Chiediamo a questa Amministrazione che passi ha già svolto in tal senso e quali ancora intenda svolgere.
  • 2. L’Amministrazione può costituirsi parte civile in tutti i processi che riguardano la vertenza e la vicenda industriale Nokia-Siemens e Jabil (e Mercatech Competence). Se l’area industriale e i suoi
  • Chiediamo che intenzioni abbia l’Amministrazione sotto questo profilo. L’Amministrazione può aiutare a realizzare eventi di tipo aggregativo e culturale nel piazzale dove da quasi un anno i lavoratori hanno attivato, organizzato e fatto vivere il Presidio. Senza questo Presidio i destini della fabbrica sarebbero già sicuri e segnati, e sarebbe impossibile questo dibattito democratico sulle basi del nostro vivere civile. L’aggregazione della cittadinanza intorno al Presidio, oltre ad essere un’espressione di forte solidarietà nei confronti dei lavoratori, rinforzerebbe la consapevolezza di tutti i cittadini sulla funzione sociale e collettiva del sito industriale, e renderebbe un domani più difficili operazioni speculative su quell’area. Chiediamo all’Amministrazione di cooperare, con l’ausilio di tutti i suoi mezzi, con il Presidio dei Lavoratori Jabil, e con tutte le forze associative, aziendali, sindacali, politiche del territorio per organizzare a metà luglio p.v. un evento per la ricorrenza del primo anno di costituzione del Presidio stesso. I lavoratori temono, come avvenuto altrove, un intervento delle Forze dell’Ordine, atto in questo caso a garantire alla Proprietà la possibilità di prelevare e portar via gli impianti tecnologici di produzione. È chiaro che questo passaggio costituirebbe il vero e proprio svuotamento del sito produttivo e sarebbe un colpo durissimo alla lotta dei lavoratori, alla speranza di ripristinare l’industria, alla ricchezza e al tessuto tecnologico del territorio. Chiediamo all’Amministrazione che informazioni ha in merito e di attivarsi con tutti i mezzi a sua disposizione per evitare un simile intervento di carattere coercitivo. Cordiali saluti.
    Per
    Cittadinanza&Cambiamento cons. Alessandro Patella

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